News

Le ultime novità...

AUTOSTIMA E UMILTÀ

Categories: Senza categoria

“Imparate da me che sono mite ed umile di cuore”[1]. L’autostima impedisce di diventare umili?
Questa frase è stata spesso manipolata per chiedere alla gente di essere sottomessa e passiva, infatti, nell’ambiente ecclesiale si è diffusa l’idea erronea che per diventare umili bisogna considerarsi miseri, inutili, incapaci, indegni, svalutarsi, non mostrare i propri carismi, e che credere in se stessi, considerarsi delle persone capaci, affermare la propria personalità, sia indice di orgoglio o di superbia. In realtà si fa confusione tra l’Io “psicologico” ossia la personalità, l’identità di ognuno, e l’Io “spirituale”, che di solito si associa con l’egoismo. Allora cos’è l’autostima? E come nel credente non entra in contrasto con la vita spirituale, anzi la sostiene e la promuove?
L’autostima può essere genericamente definita come il valore che una persona si attribuisce, la fiducia generica nelle proprie capacità, la coscienza di essere una persona con dei punti di forza e dei limiti. L’immagine che una persona ha di sé si forma a partire dai primi anni di vita, sulla base delle esperienze vissute, dalla storia di apprendimento, dal tipo di educazione ricevuta, dallo stile relazionale dei genitori e delle figure di riferimento (familiari, insegnanti, amici). Schematizzando per semplificare, le persone con una bassa autostima di solito non hanno fiducia in se stesse e nelle proprie capacità, non hanno la carica necessaria per affrontare le sfide della vita, gli ostacoli e più facilmente vanno incontro all’emergere di umore depresso, rabbia, negatività. Le persone con un buon livello di autostima, insieme ad un pizzico di ottimismo, sono in grado di affrontare con maggior forza e serenità le sfide e le avversità che si possono incontrare in ogni momento, poiché attribuiscono a se stesse un valore positivo, credono nelle proprie capacità e sono serenamente consapevoli dei propri limiti; ne consegue che godono di una qualità di vita decisamente migliore. Bisogna però prestare attenzione al fatto che se il livello di autostima è esageratamente alto, si corre il rischio di ipervalutare le proprie abilità, accrescendole, quindi si possono affrontare impegni più grandi della propria capacità di portarli a compimento o non vedere, sottovalutare i rischi nell’ambito dei propri progetti. Naturalmente, anche chi possiede un buon livello di autostima, può in alcune circostanze della propria vita scoraggiarsi e avere momenti di autosvalutazione.
Dunque, essere umili non significa non stimarsi, credersi inutili e incapaci, o al contrario, sentirsi protagonisti migliori degli altri e fautori del proprio destino, quindi se una persona è abituata a vedersi in uno di questi modi, anche il rapporto con Dio e gli altri ne risentirà, perché se non ci si stima in maniera adeguata ed equilibrata non si può stimare chi ci sta accanto, ci si forma un’immagine distorta di sé e di Dio, facendo fatica a fidarsi di Lui. È il caso di tante persone che mi è capitato di incontrare, le quali nonostante facciano un cammino di fede da tanti anni, preghino molto, la loro vita non sembra cambiare, si sentono sempre in stallo, entrano in crisi “spirituale” facilmente, non riescono ad abbandonarsi nelle mani di Dio, e nonostante il Signore abbia operato nella loro vita, assumono un atteggiamento pessimista, vittimistico e svalutativo. Spesso, questo
atteggiamento viene ricondotto alla mancanza di fede, ma il più delle volte questa viene preceduta da un atteggiamento negativo nei confronti della vita (vedi articolo sull’Ottimismo), con la conseguente tendenza ad amplificare e catastrofizzare gli eventi negativi che, insieme alla bassa stima di sé, non permettono alla persona di aprirsi all’opera di Dio, all’azione dello Spirito Santo, e coltivare la fede, la speranza e la carità.
autostima_psc3Siamo stati creati ad immagine e somiglianza di Dio, e poiché la sua essenza è l’amore, anche noi siamo chiamati a dare e ricevere amore, ma dobbiamo prima amare noi stessi (“Ama il prossimo tuo come te stesso[2]). Quando Gesù ci chiama a rinnegare noi stessi e a prendere la nostra croce per seguirlo[3], ci chiede di abbandonare l’immagine che ci siamo costruiti di noi stessi, per ristabilire l’immagine dell’uomo che è stata persa con il peccato originale. Dunque, dobbiamo apprezzarci, apprezzare il corpo che Dio ci ha donato, le esperienze che ci ha permesso di fare, perché anche se il male e le esperienze negative non vengono da Lui, le consente per la nostra crescita umana e spirituale, per fortificarci, per allenarci nella lotta contro il demonio che ogni giorno si presenta sotto varie forme (ingiustizie, prevaricazioni, persone moleste, ecc…), per aumentare la nostra fede,
speranza e carità, per farci diventare creature nuove, figli amati.
Buon inizio d’anno nell’amore di Gesù!

Dott.ssa Giusi Perna

[1] Matteo 11, 29
[2] Lc 10, 27
[3] Mt 16, 21-25

Lascia un commento