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A VOLTE BASTA SOLO DIRE “GRAZIE”!

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Nellacuori-tra-le-mani speranza che abbiate trascorso un’estate serena e anche la ripresa delle attività lavorative e scolastiche sia stata positiva, ricominciamo riflettendo sull’atteggiamento del ringraziamento.
Si può ringraziare nonostante la vita frenetica di ogni giorno e ciò che di negativo accade? È possibile ringraziare anche quando il mondo ci crolla addosso e niente va per il verso giusto?
A volte è difficile essere grati, troppo egoisti e superbi, o semplicemente distratti dalla vita frenetica, dal fatto che consideriamo tutto quello che abbiamo come scontato, la casa, il coniuge, i figli, l’amore dei nostri cari, e guardiamo sempre agli altri per mettere in evidenza e concentrarci su ciò che ci manca. È difficile ringraziare quando la vita è pesante, quando i problemi sembrano sommergerci, quando la malattia non ci da tregua, quando le ferite che ci portiamo dall’infanzia sono ancora aperte e bruciano. In realtà è possibile ringraziare sempre e comunque, è l’atteggiamento di fondo che conta!
Come ha affermato la psicologa Melanie Klein, “Il sentimento di gratitudine è una delle espressioni più evidenti della capacità di amare. La gratitudine è un fattore essenziale per stabilire rapporti e per poter apprezzare la bontà degli altri e la propria”: la capacità di essere grati per ciò che si riceve dagli altri, quindi, va ben oltre la buona educazione nei rapporti sociali.
La gratitudine fa riferimento principalmente ad un atteggiamento mentale, una condizione psicologica che allude al sentimento di esser grati, alla capacità di “sentirsi” profondamente grati e riconoscenti per ciò che si è ricevuto dall’altro e da Dio. La gratitudine fa parte dell’atteggiamento positivo con cui guardare alla vita, che ci permette di cogliere il bene nonostante il male e le sofferenze che ci attanagliano: è uno stato mentale che implica equilibrio, accettazione, distacco. Come abbiamo già riflettuto, se ci concentriamo costantemente sul negativo, prima o poi le nostre risorse diminuiscono e ci ritroviamo avvolti dalla tristezza e dall’angoscia e ciò a cui daremo valore sarà solo il negativo che ci accade, tralasciando così le cose belle (vedi articoli su Ottimismo; Autostima; Sofferenza) .
E’ importante non solo provare gratitudine, ma anche trasformare questo sentimento in azione, esprimendola, anche se a volte è difficile mettere a nudo i nostri sentimenti e aprire il nostro cuore agli altri, ma ciò è essenziale. Alcune ricerche in psicologia, infatti, hanno rilevato che i livelli di soddisfazione delle persone che ringraziano come atteggiamento con cui affrontare la vita, sono più alti e notevolmente stabili nel tempo. La gratitudine ha numerosi effetti benefici: può motivare gli altri a donare e a ringraziare a loro volta, aumenta il controllo di sé e aiuta a prendere decisioni, permette di costruire legami sociali. Ancora, implica il poter riconoscere e accettare i propri limiti, i propri difetti, le proprie aree di difficoltà, incapacità o di bisogno senza perdere la stima di sé stessi, e solo da questa posizione di equilibrio è possibile valorizzare le differenze che ci separano dagli altri, apprendere e prendere qualcosa di nuovo. Inoltre, migliora la nostra salute in quanto produce una qualità del sonno migliore e più bassi livelli di stress.
Tornando alla difficoltà nel dire “grazie”, spesso facciamo fatica a ringraziare gli altri e soprattutto Dio perché attribuiamo a Lui la colpa delle disgrazie e a noi stessi i successi (vedi articolo Locus of control); oppure siamo talmente concentrati su noi stessi e su ciò che ci manca che non riusciamo a vedere i doni di Dio nella nostra vita. In realtà, il male non viene da Dio e nonostante le difficoltà, Lui opera sempre e gli fa piacere che lo ringraziamo, non perché ne abbia bisogno, ma dire grazie a Dio favorisce la collaborazione con Lui e la Sua opera. Una persona chiusa e ingrata è difficile da aiutare e lo Spirito Santo non può operare nella sua vita: l’ingratitudine è come un muro che taglia qualsiasi reazione autentica sia con gli altri che con Dio.
Non c’è un giorno in cui Lui non operi, dunque, dire semplicemente “grazie” a Gesù e porsi in un atteggiamento di gratitudine guarisce e dona la pace, perché ci aiuta a lasciare le nostre pretese e lamentele. Dire grazie e lodarlo perché Lui è presente nella nostra vita anche quando non ce ne accorgiamo, ringraziarlo per quello che ha fatto e continua a fare per noi ogni giorno, è un esercizio che possiamo fare durante il momento che abbiamo scelto per meditare (vedi articolo Meditazione).
Dunque, come possiamo assumere un atteggiamento grato? Possiamo tenere un diario di gratitudine, ovvero tutti i giorni scrivere le cose per cui siamo grati, iniziando con qualsiasi cosa ci venga in mente cambiandola ogni giorno; è utile ricordare il “negativo”, le cose brutte che sono successe, metterle in preghiera ai piedi di Gesù, perché il confronto con queste può incoraggiare la gratitudine. Pensare ad un pensiero di riconoscenza, così come abbiamo detto per la meditazione, aiuta molto ad esempio ripetere “Grazie Signore perché la mia vita è un dono”.
Concludiamo, aggiungendo solo come sia importante trasmettere questo atteggiamento di ringraziamento ai propri figli: così come la fede, l’ottimismo, anche la gratitudine si può insegnare (vedi articolo La fede comincia a casa). Così come abbiamo detto per la fede, la coerenza è il primo elemento fondamentale, i bambini imparano osservando, dunque ringraziamo noi per primi, ringraziamo anche loro quando ci fanno un favore o rispondono ad una nostra richiesta, si sentiranno valorizzati, fieri e stimolati a ringraziare a loro volta. Parliamo di quello per cui ringraziamo, anche le cose più semplici, come una bella giornata di sole, condividendo esperienze e favorendo il confronto, senza imporci ma insegnando loro a valorizzare quello che hanno e vivono. Approfittiamo delle situazioni difficili, è quando le cose non vanno bene che dobbiamo aiutare i nostri figli a scoprire i diversi motivi per cui essere riconoscenti; anche quando le cose non vanno come si vuole, si può imparare qualcosa, probabilmente ciò che provoca loro sofferenza oggi, li aiuterà ad essere migliori domani. La preghiera di ringraziamento, può e deve essere fatta singolarmente ma anche insieme, tenendoci per mano, ognuno ringraziando il Signore liberamente: non si è mai troppo piccoli per cominciare a ringraziare Dio e i fratelli.
Naturalmente, non è possibile sviscerare l’argomento in questa sede, sarebbero tante ancora le cose da approfondire, ma diciamo che è possibile ringraziare Dio anche nelle difficoltà, perché c’è sempre chi si trova in una situazione peggiore della nostra: quando sembra che tutto sia perduto, Dio trasforma il male in bene e scrive anche sulle righe storte, basterebbe avere fede quanto un granello di senape per spostare una montagna (Lc 17, 6).
Dunque, ringraziare le persone che ci stanno attorno crea e rafforza legami positivi e ci libera dall’egoismo; ringraziare Dio ci libera e ci guarisce. A volte basta solo dire “GRAZIE” per riempire la giornata e avere la pace!

Dott.ssa Giusi Perna

2 Responses to "A VOLTE BASTA SOLO DIRE “GRAZIE”!"

  1. antonio Posted on 21 dicembre 2016 at 10:38

    Condivido…

    la tristezza ed anche la depressione che dilagano in questi tempi hanno spesso come causa scatenante una forma di radicata insensibilità a riconoscere il bene..tutto ciò impedisce di ringraziare..

    grazie a tutti coloro che nella vita mi hanno fatto del bene…
    e’ un esercizio che desidero trasmettere a mia figlia..

    antonio

    • Giusi Perna Posted on 5 gennaio 2017 at 16:06

      Grazie Antonio!

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