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Il Signore è il mio pastore

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Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla;

su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce.
Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino, per amore del suo nome.
Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me.

Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza.
Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici; cospargi di olio il mio capo.

Il mio calice trabocca.
Felicità e grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita,

e abiterò nella casa del Signore per lunghissimi anni. (Salmo 23)

 

Questo è il Salmo preferito da mio marito. Nonostante io, con il mio carattere ribelle, abbia faticato non poco ad identificarmi con quello che nel mio pregiudizio era l’immagine di una pecora, e cioè pavida e quasi stupida, alla fine ho rivalutato l’idea dell’abbandonarsi con fiducia e mitezza e candore come un agnellino alla mano del Signore. Ci sto ancora lavorando, ma su una cosa sono sicura: il nostro matrimonio ha e ha avuto e avrà sempre bisogno di Dio sia nella buona che nella cattiva sorte e noi due ce ne rendiamo conto ad ogni nuovo giorno che Lui ci concede. La parte della valle oscura però, diciamocelo, tendiamo a dimenticarla. A volte mi viene in mente un film comico con Checco Zalone in cui lui, cantando alla sua fidanzata, le dice: Io avrò cura di te, ma non come Franco Battiato, a chiacchiere, no, io pagherò i migliori dottori per curarTI le malattie che TI colpiranno, perché le malattie arrivano, ragazzi, non dobbiamo nascondercelo, ma saremo in due ad affrontare le TUE malattie …

E lei, neanche a dirlo, lo lascia immediatamente.

Beh, a parte lo scherzo, noi siamo tutti un po’ così …

Ci sono cose che non vorremmo mai sentire, dolori che non vorremmo mai provare, situazioni che non vorremmo mai affrontare.

Nella Bibbia le valli sono le lacrime, i problemi, le malattie, i lutti, la pioggia e la grandine. La vita è una combinazione di dolore e piacere, successi e rovine, cime di montagne e valli, ma ricordiamo che, anche nelle nostre valli più oscure, Dio è lì.

Credere in Dio, averlo scelto come guida, non rende immuni dai dolori che ci possono capitare.

Gesù fu molto realista al riguardo (Gv 16,33) disse: Nel mondo avrete tribolazioni.

Ora, a questo punto, non è che questa sia proprio una bella dichiarazione, vero? Potremmo, anzi, quasi pensare: Ma cos’è? Una maledizione?

E no, cari fratelli. Se non ci fossero tempi tristi, oscuri o ombrosi, la nostra vita si seccherebbe. Non ci sarebbe profondità nel nostro essere. Per formare una persona c’è bisogno di tempi buoni e tempi cattivi.

Esiste un antico proverbio arabo che dice: Sempre sole senza pioggia fa un deserto.

Noi non possiamo raggirare la valle, non possiamo passare sotto la valle, né volarci sopra, dobbiamo proprio attraversarla.

E ci sarà paura, ci sarà solitudine, ci sarà abbandono, ci sarà dolore, ma Gesù non ci abbandona ad essi guardando dall’alto, Lui conosce la tristezza, il dolore, la morte come un uomo, perché Lui lo è stato. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, perché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottener misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno. (Ebrei 4,15-16).

Gesù ha, però, anche aggiunto subito dopo:  Ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo.

Avanti c’è la gioia, c’è la pace. Fatevi coraggio. Se si conosce il Signore, questo è il destino finale.

Il Signore è l’unico che può veramente rispondere al grido del cuore quando si è nel dolore. Chi è caduto o sta per cadere a causa della sofferenza, rivolga l’anima a Dio perché Egli può ogni cosa. Egli è l’Onnipotente, l’unico che può donare non solo la forza e la voglia di vivere e continuare, ma anche la Grazia, cioè non solo salvezza dall’angoscia di oggi, ma salvezza dell’anima per sempre.

Affidiamoci a Lui. Dio è molto più vicino di quanto non pensiamo, quindi invochiamolo con tutto il nostro cuore. Egli non è sordo alle grida del nostro cuore stanco e senza speranza, perché desidera che noi mettiamo la nostra fiducia (per poca che sia) nelle sue promesse.

Il Signore sostiene tutti quelli che cadono e rialza tutti quelli che sono curvi. (Salmo 145,14)

L’invito di Gesù è valido più che mai: Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico leggero.

Noi sappiamo che Dio ci ama, anche se in quel momento non lo sentiamo vicino: In te spero, o Signore; tu risponderai, o Signore, Dio mio….E ancora: Perché io sto per cadere, il mio dolore è sempre davanti a me…O Signore non abbandonarmi; Dio mio non allontanarti da me; affrettati in mio aiuto, o Signore, mia salvezza (Salmo 38, 17-18, 21-22)! E ancora: Quando dovrai attraversare le acque, io sarò con te; quando attraverserai i fiumi, essi  non ti sommergeranno; quando camminerai nel fuoco non sarai bruciato, la fiamma non ti consumerà (Isaia 43,2).

Fratelli e sorelle, affrontiamo le nostre lotte, ma pensiamo sempre che non siamo soli, c’è sempre qualcuno che vuole aiutarci. Ora, in questo momento, c’è Qualcuno che ci dice: Ecco, io sono con voi. 

Lui non ci lascia soli, questo ora lo sappiamo ma … noi?

Noi restiamo con Lui? Con il nostro Pastore? Se Lui non ci lascia soli nella notte buia, noi facciamo lo stesso?

Pensiamoci. Questo è il momento giusto, siamo in Quaresima, un cammino che ci porta verso quella notte. Sì, fratelli, quella notte si sta avvicinando. É la notte della prova: tutti gli apostoli scappano, e Lui, Gesù, rimane solo con il Padre.

Vegliamo un po’ con Gesù in queste ore nel silenzio dell’orto, nel Sinedrio, davanti alla colonna, sulle pietre che calpesterà portando la Croce.

Stiamo un po’ con Gesù perché non saranno ore facili, saranno le ore in cui si leverà il grido straziante della solitudine e dell’abbandono nella preghiera: Dio mio, perché mi hai abbandonato?.

Stiamo un po’ con Gesù, fratelli e sorelle, preghiamo e diciamo anche noi: Signore, nelle tue mani affido il mio spirito.

E Lui ci farà attraversare la notte e ci porterà con sé nel Suo regno di luce.

Restiamo uniti sempre nella preghiera!

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