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LANGUISHING: RITORNIAMO ALL’UNIONE CON GESÙ

Categories: Rubriche,Sinfonia a due mani

Che cos’è il LANGUISHING? Si tratta di uno stato d’animo insorto con il lockdown dello scorso anno e che è in forte espansione in questo periodo, soprattutto per il fatto che l’uscita dalla pandemia ha avuto alti e bassi e ancora va a rilento. Il termine “languishing” è stato coniato dallo psicologo C. Keyes, letteralmente significa “languire”, ovvero “trovarsi in uno stato di abbattimento fisico o morale; struggersi, consumarsi”. Semplicemente è l’assenza di gioia e di uno scopo.

La possiamo definire anche come un senso di stagnazione e di vuoto, è come se si guardasse scorrere la propria vita dall’esterno e di questo molte persone non ne sono neanche consapevoli.
La persona che sperimenta il “languishing” non ha sintomi o disagi psichici, tuttavia non sta neanche bene, in quanto non utilizza al massimo le proprie capacità, proprio perché questa condizione è come se spegnesse la motivazione e la capacità di concentrarsi. Complice un senso di instabilità ed incertezza che la pandemia ha portato con sé nell’ultimo anno e mezzo.
Questa assenza di gioia e di benessere si può fronteggiare con il cosiddetto “flow” (“flusso/fluire”), ovvero assumendo uno atteggiamento di abbandono, che proviamo quando siamo completamente assorbiti da qualcosa, perdendo la cognizione del tempo e dello spazio.

Dunque i passi da fare sono:

  1. Prendere consapevolezza di essere immersi in questo languore: come abbiamo detto, molte persone non ne hanno cognizione, si sentono tristi, un po’ “mosce” e prive di uno scopo senza sapere il perché o senza farci caso, immerse nella routine quotidiana.
  2. Porsi degli obiettivi concreti da portare a termine e lasciarsi trasportare e coinvolgere da essi (“flow”): per esempio, intraprendere un percorso di studi, iniziare un programma di allenamento, coltivare un hobby (vecchio o nuovo), fare volontariato, ecc…
  3. Festeggiare i successi raggiunti: è di fondamentale importanza godere appieno dei propri successi e di tutto ciò che abbiamo nella vita, senza soffermarci su ciò che manca, “stando nell’esperienza” anziché procedere in maniera meccanica giorno dopo giorno.
  4. Porsi nuovi obiettivi: una volta che è finito l’effetto positivo, è utile non lasciare spazio ad un nuovo “languore” e lasciarsi trasportare costantemente dal “flow”, proseguendo il nostro percorso creativo di arricchimento, condividendo l’esperienza anche con chi ci sta attorno, il partner, i figli, gli amici, i fratelli…

Oltre a questi quattro passi, è fondamentale riscoprire il senso profondo della nostra vita, che durante questo difficile anno potremmo aver perso, ossia l’unione con Dio, che si snoda lungo due aspetti. Come ci ha suggerito nelle scorse settimane la liturgia domenicale, è necessario mantenere un legame vivo con Gesù, rimanere uniti a Lui per poter affrontare con più forza le difficoltà di ogni giorno, la tristezza, lo scoraggiamento: come i tralci rimangono attaccati alla vite, noi dobbiamo rimanere uniti a Colui che solo può darci la linfa vitale (Giovanni 15, 1-8). Altro elemento fondamentale su cui abbiamo riflettuto più volte è l’abbandono nella braccia del Padre, che è sempre lì accanto a noi anche quando non lo sentiamo e sembra che ci abbia abbandonato. Lui è sempre lì, che ci aspetta a braccia aperte, che come un Pastore bello lascia tutto e ci viene a cercare quando ci perdiamo nelle distrazioni e nelle tentazioni del mondo (Giovanni 10, 1-18).
Alla luce di ciò, per poter intraprende i passi suggeriti, è necessario avere sempre presente il proprio rapporto con Dio, perché è Lui l’unico che può darci la pienezza della felicità: tutto il resto ci fornisce un aiuto fondamentale, che deve poi essere consolidato dalla fede e dall’unione con il Signore. Infatti, come abbiamo detto svariate volte, la grazia supera la natura umana, ma si serve di essa per operare!

Dunque, come possiamo coltivare l’unione con Dio? Attraverso quattro elementi principali:

  1. la preghiera, che ci permette di entrare in contatto con Dio e di instaurare un dialogo personale e intimo con Lui;
  2. la Parola di Dio (la Bibbia), con essa ci nutriamo della Verità rivelata;
  3. l’Eucaristia, nutrendoci del Corpo di Gesù accogliendolo dentro di noi, diventando uno con Lui;
  4. l’Evangelizzazione, dopo aver ricevuto ed esserci arricchiti, siamo chiamati a donare e a donarci al servizio dei fratelli, per far conoscere il Vero Dio che ci ha rivelato Gesù con la sua incarnazione.

Quando tutto ci sembra buio, incerto, non chiaro, quando mille pensieri affollano la nostra mente, teniamo a mente una frase detta da Frà Felice in una sua omelia di qualche settimana fa di cui lui neanche si ricorderà: “Se guardi a te stesso e ai tuoi difetti ti scoraggi, se guardi agli altri ti scoraggi, fissa lo sguardo su Gesù e avrai la pace!”. Naturalmente ho segnato questa frase girandola a tutti i miei contatti, e me la ripeto tutte le volte che il languore si fa sentire.

Lasciamoci cullare dal “flow”, è facciamolo nelle braccia del Nostro Padre Dio e in quelle della nostra madre Maria, nel mese dedicato a lei, in un flusso che ci da la vera Pace!

Buon cammino

Dott.ssa Giusi Perna

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